Dopo la seconda guerra mondiale, i soldati americani sbarcati in Italia portarono con loro cibo come il latte condensato, le uova in polvere, le gomme da masticare e le barrette di cioccolato. In una Italia stremata e malnutrita alla fine della guerra, arriva anche il cibo liofilizzato, che sebbene nutriente, non viene considerato un vero e proprio alimento.
Con l’aggiunta di uova in polvere e pancetta, simile al bacon americano, si inventa la pasta alla carbonara. Dopo la ricostruzione del paese devastato dalla guerra negli anni ’50 e ’60, l’Italia subisce profondi cambiamenti. Il consumismo di massa e industriale, le migrazioni interne dal Sud al Nord, trasformano la società e i costumi. Inizia anche il passaggio sociale da un modello di famiglia patriarcale e numerosa a famiglie di poche persone. I giovani lasciano il paese d’origine per venire a lavorare in città, dove si vive in poche stanze e si parla ancora il dialetto locale.
La televisione viene vista solo nei locali pubblici e i servizi igienici si trovano all’esterno. Le cucine cambiano l’aspetto grazie all’arrivo di lavatrici, fornelli a gas, tritatutto, frigoriferi e apriscatole.
Cambia anche l’alimentazione, con l’introduzione dei primi supermercati, mentre i mercati rionali diventano sempre più rari. Sempre più cibo industriale entra nelle nostre tavole e il ricordo dei prodotti genuini del nostro paese diventa sempre più ricercato come un lusso di nicchia per il consumismo di massa, come i taralli, l’olio extravergine, la pasta e il vino.
I bambini vengono svezzati con omogeneizzati e latte liofilizzato, mentre i dolci fatti in casa come le marmellate della nonna diventano un lusso di nicchia.
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